10.000 cardellini >Villa Cerchiari






10.000 cardellini ancestrali
L’opera completa prevede 10.000 uccellini realizzati singolarmente collocati su 180 pannelli con dimensioni 147 x 120 cm.
10.000
« La debolezza è potenza, e la forza è niente. Quando l’uomo nasce è debole
e duttile, quando muore è forte e rigido, così come l’albero: mentre cresce è tenero e flessibile, e quando è duro e secco, muore. Rigidità e forza sono compagne della morte, debolezza e flessibilità esprimono la freschezza dell’esistenza. »
(Stalker, Regia Tarkosky 1979 – citazione dal Tao Te Ching -)
Nella cultura giapponese l’idea di disciplina TanRen richiama la durezza dell’acciaio (Tan) e l’idea di ammorbidire qualcosa di rigido perché possa diventare duttile (Ren).
Il maestro Myamoto Musashi disse:
“Fa’ che 1.000 giorni di allenamento siano condotti in Tan e che 10.000 vengano passati a ricercare il Ren.”
Il cardellino
Nell’antica cultura pagana il cardellino rappresenta l’anima mantenendo tale significato anche in ambito cristiano. Moltissimi sono i quadri che lo ritraggono. Nella Madonna del cardellino, dipinta nel 1505-1506 da Raffaello Sanzio, San Giovanni Battista offre il cardellino al Cristo come simbolo della futura Passione. Il suo nome si riferisce alla credenza che vivesse tra cardi e spine. La sua connessione con il Cristo bambino è giustificata da una leggenda cristiana ove si narra che un cardellino si fosse messo ad estrarre le spine della corona che trafiggeva il Cristo crocifisso, e che si fosse trafitto a sua volta, macchiandosi anche con il sangue di Gesù: l’uccellino così sarebbe  rimasto sempre con la macchia rossa sul capo.
Ancestrale
Il termine ancestrale con cui viene identificato il cardellino indica in ornitologia una forma primordiale di quella specie dove i caratteri si suppone siano gli stessi degli antenati senza che con gli anni si sia succeduta una mutazione. Sempre nella cultura giapponese con la parola Keiko si indica proprio la maniera di imparare tramite la ripetizione di forme trasmesse dagli antichi. Kei significa pensare e Ko antico.
Quindi Keiko vuol dire allenarsi pensando alle cose antiche.
Perchè qui e non altrove?
Nell’Ottocento le manifatture di Nove, Bassano, Vicenza, Montebello, per poter sopravvivere alla concorrenza a basso costo delle manifattura ceramica inglese, rinunciarono alle decorazioni lussuose per sviluppare una produzione di piatti economici che reinterpretassero le immagini della cultura popolare.
Un decoratore riusciva a realizzarne anche 300 in un solo giorno.
Una velocità nell’esecuzione che ha permesso di trasmetterci con la freschezza del gesto, l’intensità del soggetto rappresentato.
A questi artisti, decoratori anonimi, dedico questo lavoro.
Enrico Mitrovich

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